Arterie Smisurate | spazio cose belle | personale settembre 2022

Progetto Staffetta  MOSTRA PROROGATA AL 22 SETTEMBRE

SPAZIO COSE BELLE C.so R.Emaldi, 51 – Fusignano (RA)

ILARIA MARGUTTI  –  ARTERIE SMISURATE

invitata da Paolo Buzzi

Presenta Laura Caruso direttrice di CasermArcheologica

Ilaria Margutti, vive e lavora a Sansepolcro (AR). La sua indagine è un cammino introspettivo. Partita da uno stile pittorico di derivazione espressionista, dal 2007 inizia a usare il ricamo come elemento fondamentale della sua ricerca. Questa tecnica, densa di significati simbolici sulle origini del femminile e intensamente collegata ad una ricerca identitaria, diventa così il linguaggio in cui sente meglio rappresentata la propria poetica. Un filo rosso come il sangue anima le sue opere, intrecciando inesorabilmente nutrimento e veleno. In un incessante rimando, tra visione introspettiva ed esteriore, tra essere e apparire, in questi ricami fluisce il quesito sull’esistenza, sul nostro ruolo nel mondo, sul modo in cui vogliamo appartenergli o sfuggirgli. Fili si trasformano in fiori, vene o radici e proseguono il loro mutamento in figure antropomorfe. Sono luogo di identità.

È più di una metamorfosi, ovvero un cambio di forma tra una materia e l’altra, tra uno stato e l’altro, è piuttosto un farsi forma dell’anima, dello spirito, del suo tempo.

Allo stesso modo, rami simili a radici di filo rosso, ci sovrastano costringendoci ad alzare lo sguardo e a spingere la nostra visione oltre, per veder congiungere la terra all’aria, l’alto al basso, senza mai toccare né l’uno né l’altro piano, ma ponendosi come un ponte mobile tra passato e presente, tra la vita e la morte.

Arterie Smisurate (2021) è la vastità a cui ogni corpo appartiene, uscendo dal proprio confine per lasciarsi intrecciare alla Natura, è ciò che ci somiglia, alle forme invisibili a cui apparteniamo.

Una narrazione lenticolare approda in Il diario di Minerva (2019), una raccolta-diario di note pagine letterarie. Parole, pensieri, angosce, tormenti, narrati con sensibilità e acume da Silvia Plath, Virginia Wolf e Etty Hillesum, sono attraversati da fili che li recuperano, come una lenza, dal tempo e dallo spazio, erompono dalle pagine, superano ogni riferimento storico autobiografico, per esplodere nel nostro universo interiore.

(Tratto dal testo di Ilenia D’Ascoli per la mostra A ricordo di dove, pubblicato su ALMANACCO#1 di CasermArcheologica, ed. Morlacchi)