Togliere le parole di mano

TOGLIERE LE PAROLE DI MANO (performance)

Casermarcheologica via Aggiunti 55, Sansepolcro –  Arezzo

Dal 22 ottobre al 9 novembre
dal Lunedì al venerdì dalle 18,30 alle 20,30

Ho un appuntamento con me stessa.

A volte fa bene darsi un appuntamento e rispettarlo.
Un appuntamento quotidiano, che non duri molto, ma che implichi un impegno.

Ho bisogno di cucire, di ricamare, di incidere il tempo sulla tela, un tempo intrecciato alla vita e allo spazio della narrazione.
creare spazi dilatati, vuoti e fertili.
togliere le parole di mano, porgersi allo sguardo, condividere l’invisibile.

Nei luoghi in cui nasce il dialogo del silenzio, in cui l’attesa ha un nome e un corpo, nei luoghi che si fanno esplorare senza chiedere nulla in cambio.

Così nasce la mia performance, un paesaggio sensibile fatto di parole e racconti, un diario collettivo ricamato su un lenzuolo antico, consumato da altre vite ignote.
Liso dagli anni e dalla memoria.

Ogni giorno mi recherò in Casermarcheologica per due ore, al secondo piano, nella stanza del lavoro.

Starò lì a ricamare il lenzuolo dalle 18,30 alle 20,30

 

Caserma sarà aperta per chi vorrà venire a condividere con me il silenzio delle storie che trascrivo con il filo.

Si potranno fare due cose:
ascoltare
scrivere
Io sarò seduta in una stanza
Nell’altra ci sarà un tavolo con un quaderno e una penna, illuminato da una piccola luce.

Voglio mostrare ciò che non si vede, ciò che sta dietro il tempo, ciò che, scorrendo, si crea.

La mia tela infinita, inutile e imperfetta, si dipanerà difronte a chi vorrà lasciarsi trovare.

Il tempo di lavoro, ogni giorno, per due ore, scorrerà con chi vorrà partecipare alla scrittura di un diario collettivo.
Ogni parola che mi lascerete scritta sul quaderno, la ricamerò sulla tela.
Ricamerò i vostri segreti anonimi, le paure, i desideri, le storie, qualsiasi cosa vogliate lasciarmi.

Come un doppio ritratto, il diario e la tela.

Entra dalla porta e segui le luci, fino in cima alle scale, gira a sinistra e attraversa il corridoio, lasciati guidare dalla luce.
Mi troverai seduta a ricamare.
Potrai sederti accanto a me ad ascoltare l’ago che fora la tela e il filo che la trapassa.

Qui c’è un silenzio denso di storia, non ci sarà bisogno di parlare.
Questo è il tempo dell’ascolto, ascolteremo insieme la densità di queste mura e della vita che le ha attraversate.

Puoi stare quanto vuoi fino al limite dell’orario.
Puoi recarti nella stanza accanto e sederti davanti al quaderno, lo potrai sfogliare, potrai leggere le storie di altri e lasciarmi scritta la tua.
Un ricordo, un sogno un desiderio.

Uno stare qui e ora.

Potrai descrivere ciò che vedi oppure ciò che hai visto salendo, o semplicemente ciò che hai vissuto in questa tua giornata prima di questa esplorazione.

Per quanto mi sia difficile non rivolgere la parola alle persone, per questa volta voglio tacere, ma tu puoi parlare.
Io ascolto.

Si ricama nell’ascolto.

Potrai stare un minuto, un’ora o tutto il tempo
e potrai tornare.

Continuerò a raccogliere i pensieri e le parole.

La mia disciplina risiede nella narrazione.


Ilaria Margutti